Cosa succede alla bara 37 ? |
Come hai trascorso la tua vita per raggiungere la veneranda età di 121 anni? Rispose:
Ho partecipato a una sola riunione condominiale.
Al di la delle facili battute, mangio bene di tutto a sazietà una sola volta al giorno.
Confermo che vale anche per me il suggerimento dei dietologi di bere due litri d'acqua al giorno.
Non fumo e non bevo alcolici.
Al mattino appena alzato faccio dieci minuti di ginnastica per le gambe e la spina dorsale.
Alla sera vado a dormire appena mi prende sonno e mi alzo al mattino presto. Quando mi rendo conto che mi rigiro nel letto e il mio cervello comincia a recepire una respirazione più capiente, un'accelerazione dei battiti, l'aumento della temperature ai piedi, un crescente numero di capillari periferici che si sensibilizzano e cominciano a prudere, non lasciandomi più trovare la posizione giusta, so di non prendere più sonno e mi alzo.
Dormo in mansarda a venti gradi costanti, arieggiata e priva di rumori molesti, quando piove, considero musica la pioggia scrosciante sulle tegole.
Gioco a sudoko e a labirinto, scrivo molti racconti della mia vita contemporanea e li correggo di continuo, dal 2017 anno in cui ho cominciato a scrivere, ho pubblicato una ventina di libri con circa 500 storie. Dedico allo scrivere circa cento ore al mese che faccio molto volentieri e provo piacere in ogni storia a lodare il mio Dio Geova.
Medito sui princìpi biblici e li applico nella mia vita.
Prego ringraziando sovente il mio Dio che mi sta vicino.
Non mi immischio mai nelle questioni altrui e qualora ci cascassi, cerco di uscirne al più presto.
D'inverno porto la maglia della salute di lana spessa a maniche lunghe con altre due sopra, d'estate porto sempre la maglia della salute a maniche corte + la maglietta.
Parlo poco e penso tanto.
La mia fantasia mi fa pensare anche al mio futuro funerale, tra la putrefazione del corpo e le fiamme dell'incenerimento, scelgo la cremazione con la puntura che da la certezza di essere veramente morto.
Non gradisco essere portato in chiesa per ricevere una ipotetica benedizione, mi sembra ridicolo, come furono ridicoli i giri che hanno fatto fare alla bara che rappresentava la morte della regina Elisabetta d'Inghilterra, che per un mese hanno fatta girare in tutte le chiese importante del Regno Unito, anche se, per rispetto, la bara era vuota.
Pure inopportuno ritengo l'esagerato rito di portare la bara in un grande salone per rendergli omaggio scenografico di qualunque genere. Mentre ritengo molto importante il riconoscimento alla sua memoria che gli amici si son fatti di lui quando era ancora in vita e che si portano nel cuore.
Pur svolgendo tutta la funzione con dignità, è da riconoscere il fatto che il morto è morto, dopo un serio accertamento, va seppellito.
"Tutto quello che le tue mani trovano da fare, fallo con tutte le tue forze, perché nella Tomba, il luogo in cui andrai, non si lavora né si fanno piani, e non ci sono né conoscenza né sapienza. Ecclesiaste 9:10
La puntura della certezza della morte è una cosa importante, perché la mia fantasia corre nel momento in cui le bare sono accatastate nella pre camera dell'inceneritore, quando l'inserviente ode battere e graffiare sulle assi di legno di una bara in attesa. Dopo un primo spavento l'inserviente si scatena in velocità per liberare il malcapitato risuscitato, presto individua che l'individuo che si è risvegliato si trova nella bara numero 37.
Dopo lo spavento comincia a ragionare come fare.
Deve prendere il muletto e togliere una ventina di altre casse che stanno sopra e di fianco, poi avvisare l'autorità competente per poterla aprire o assumersi una responsabilità non sua, passa il tempo e alla fine quello è morto veramente, continua a riflettere e a pensare al polverone che solleverà la notizia e coi giornali che ci marciano. Pensa alla paura che trasmette ai futuri morituri, già prenotati, che venendo a conoscere la macabra tragedia del tizio cambieranno il testamento non volendo più fare la cremazione, con la conseguente diminuzione del suo lauto guadagno.
Pensa alla vita del tizio che farà dopo essere estratto dalla bara, pensa che passerà la sua parentesi di vita aggiunta in un continuo incubo, alla sera quando si corica pensa di ritornare chiuso nella bara, e al mattino quando si sveglierà penserà al momento in cui si era svegliato nella bara.
Un incubo continuo, un incubo nell'incubo.
Pensando a tutte queste cose, l'inserviente somatizza che forse è meglio che si giri dall'altra parte e comincia a fare fracasso, battere sulle casse vuote per non sentire i graffi e le urla che stanno scemando.
Poverino, lui non lo sa ancora, ma con la sua decisione si è accollato l'incubo per tutta la sua vita che gli rimane.
Cosa ne pensate se doveste vivere una situazione simile?
Cosa avreste fatto voi?
Quale sarebbe la soluzione migliore?
Morale: la morte non fa per noi, è una nemica che va vinta.
“Morte, dov’è la tua vittoria? Morte, dov’è il tuo pungiglione?” Il pungiglione che dà la morte è il peccato... Ma sia ringraziato Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo! 1Corinti 15:55
Si, la morte è già stata vinta, la risurrezione di Lazzaro lo conferma.
"Gesù le disse: “Tuo fratello risorgerà”. Marta gli rispose: “So che risorgerà nella risurrezione, nell’ultimo giorno”. Gesù le disse: “Io sono la risurrezione e la vita. Chi esercita fede in me, anche se muore, tornerà a vivere;" Giovanni 11:23
Con la risurrezione non ci sarà più nessun funerale.
"l’ultimo nemico a essere ridotto a nulla sarà la morte" 1Corinti 15:26
Sarà il più bel funerale dell'eternità.
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